Itinerari manzoniani

Il territorio lecchese è lo spazio narrativo nel quali si sviluppa buona parte del più famoso romanzo italiano. Un contesto che oggi offre l’opportunità di seguire le vicende dei -Promesi sposi- ed entrare direttamente negli scenari resi immortali dal Manzoni.
Per chi giunge a Lecco è quasi impossibile non farsi conquistare dalla vista del Resegone, la montagna tutte punte e creste che domina la città e, insieme al lago, apre le pagine del romanzo italiano più celebrato al mondo. Si può a ragione affermare che l’intero territorio lecchese è pervaso dall’anima del Manzoni e dal suo genio creativo. Con un po' di pazienza e un pizzico di fantasia è possibile tracciare dei veri e propri itinerari che percorrono buona parte del romanzo, che consentono di giungere esattamente nei luoghi che il Manzoni ha descritto in modo magistrale e riconoscerne ancora oggi le atmosfere.

Castello dell'innominato

Venendo da Calolzio, sul confine con la provincia di Bergamo, si ammira subito lo sfondo manzoniano e lo sguardo si sofferma su uno sperone del Magnodeno, sul quale giace l’eremo di S.Gerolamo. Vi si giunge da Vercurago per una stradicciola, erta ma comoda fino a Somasca. Costeggiando un sentiero fiancheggiato da cappellette, si arriva fin sopra l’eremo, ove la tradizione colloca il castello dell’Innominato. L’antica bicocca ha una torre residua, alta sul lago di Olginate, da cui si contempla la placida distesa nel suo svariato panorama.

Chiesa del Beato Serafino - Chiuso

Citata nel capitolo XXIII dei Promessi Sposi nell'episodio dell'incontro tra l'innominato ed il cardinal Federigo Borrome. Nel fermo e lucia è definita chiaramente come la chiesa del rione Chiuso. All'interno affreschi rinascimentali attribuiti ai Baschenis.

Chiesa di Pescarenico - Convento di fra' Cristoforo

Convento dei frati Cappuccini edificato nel 1576. Posto accanto alla strada per Bergamo, nel 1798 venne trasformato in caserma per le truppe Francesi, nel 1810, venduto ai privati. Contiene una delle opere d'arte più singolari del Lecchese: si tratta di nove casette di vetro contenenti composizioni in cera policroma riferibili alla cultura napoletana del tardo Seicento; rappresentano sette scene di vita di Cristo e della Vergine e due scene della vita dei Santi Francesco e Chiara. All'interno una splendida pala dipinta da Giovan Battista Crespi detto Cerano (1600) illustra i patroni Francesco e Gregorio Magno adoranti la Trinità.

Pescarenico

... -E' Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell'Adda, o vogliam dire del Lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare...-. Dall'epoca della descrizione del Manzoni, ben poco v'è di cambiato. Qualche casa abbellita e alcuni nuovi edifici danno un tono più moderno a questo lembo della vecchia Lecco.

Casa di Lucia

... -Dominate da questi pensieri, passò davanti a casa sua, ch'era nel mezzo del villaggio, e, attraversandolo, s'avviò a quella di Lucia, ch'era in fendo, anzi un po' fuori. Aveva quella casetta un piccolo cortile dinanzi, che la separava dalla strada, ed era cinto da un murettino-. (Cap. II). ... -e, visto tutto deserto e tranquillo di fuori, fece venire avanti due di quei tristi, diede loro ordine di scalar adagino il muro che chiudeva il cortiletto, e, calati dentro, nascondersi in un angolo, dietro un folto fico...-. (Cap. Vlll). La presunta casa di Lucia è sita nella frazione di Olate, designata da vari studiosi come il paesello degli Sposi. Attraverso un portale, decorate da un'Annunciazione cinquecentesca, si passa nel rustico cortiletto, dominate da una vecchia torre -colombera-. La tradizione ricorda un'altra casa di Lucia in via Resegone, nella frazione di Acquate, dove si trova un'antica trattoria e dal cui cortile si osserva chiaramente la collina del Palazzotto di Don Rodrigo.

Chiesa di Don Abbondio

La chiesa di Olate, dedicata oggi ai Santi Vitale e Valeria, era la parrocchiale del villaggio natale di Lucia. Secondo una tradizione ancora oggi viva tra chi sceglie di celebrare matrimoni con il rito cattolico, sede della cerimonia deve essere la parrocchia della sposa. Seguendo quindi questa tradizione proprio il parroco di Olate (nei Promessi Sposi don Abbondio) avrebbe dovuto officiare le nozze di Renzo e Lucia. Tutti sanno come poi le vicende del romanzo hanno reso travagliato questo matrimonio, sta di fatto che viste le origine piuttosto antiche della chiesa di Olate, il Manzoni deve aver fatto certo riferimento a quella che ancora oggi è sede di una delle parrocchie di Lecco.
Inoltre la presunta casa di Lucia (è molto meno che Manzoni abbia effetivamente fatto rifermento a una vera casa del rione) si trova a non più di 50 metri dalla piazza antistante la chiesa.


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